Quanto rende investire in un impianto fotovoltaico

Quando si fa un investimento si cerca di capire in quanto tempo lo stesso si ripagherà e quanto ci farà guadagnare. Per molti l'installazione di un impianto con pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica significa "immobilizare" soldi che devono "tornare" indietro in un tot di anni restituendo un profitto. Coloro che non sono interessati al lato ecologico della questione ragionano giustamente in questi termini.

La risposta è abbastanza facile e dimostrabile. Un impianto fotovoltaico allo stato attuale degli incentivi (fine 2011 e 2012) si ripaga tra in circa 6-7 anni. Vediamo di capirne di più.

Grazie agli incentivi per i pannelli fotovoltaici erogati dal Gse ogni kilowatt prodotto viene remunerato, se l'impianto entra in funzione entro fine dicembre 2011, con 0,298 euro. Se entra in funzione tra gennaio e giugno 2012 con 0,274 euro e tra luglio e dicembre 2012 con 0,252 euro. Sono previsti poi dei premi se si installano moduli fotovoltaici "made in Europe", se si installano pannelli su tetti dove prima c'era l'eternit, oppure per applicazioni innovative finalizzate all' integrazione architettonica come tegole fotovoltaiche.

Calcolando una produzione di 1500 watt ogni kilowatt al sud all' anno (al centro circa 1300/1400 e al nord circa 1100/1200 watt) guadagniamo 0,274*1500=411 euro per kilowatt senza premi.
Un impianto da 3 kilowatt al sud guadagna solo di incentivi 1233 euro l'anno. A questi si debbono aggiungere i soldi risparmiati sulla bolletta elettrica che durante il giorno viene autoprodotta (la notte si usa quella del gestore elettrici). Calcoliamo altre 600 euro annue. Totale 1833 euro per anno.

Se prendiamo a riferimento un costo medio per un impianto di 3 kwp di 12mila euro (si spende anche qualcosa di meno con pannelli low cost cinesi) l'investimento si recupera in 6,5 anni al sud, qualcosina in più al centro e ancora di più al nord(12000/1833=6,54).

Quindi l'investimento si recupera come detto in poco meno di 7 anni. Dopo c'è il guadagno. Ovvero si continuano ad incamerare 1833 annui per altri 13 anni e mezzo (gli incentivi durano 20 anni a partire dalla messa in funzione).

Il guadagno si può incrementare grazie ai suddetti premi oppure installando moduli fotovoltaici ad alto rendimento come Sunpower (efficienza del 20 percento) oppure i pannelli Hit Sanyo che a parità di insolazione producono più energia elettrica.

Non è finita qui perchè dopo 20 anni i pannelli, anche se la potenza è all' 80% di quella iniziale, continuano a lavorare. Non fanno più guadagnare grazie agli incentivi ma danno energia elettrica gratis durante il giorno.

Riscaldamento con pannelli solari, Detrazioni del 55 percento

In Italia se si eseguono interventi di riqualificazione energetica su edifici (di qualsiasi tipo) esistenti si ha diritto ad una detrazione del 55% spalmabile in 10 anni. L'installazione di un riscaldamento a pavimento associata a pannelli solari o comunque con altri mezzi che utilizzano l'energia solare rientra in questo tipo di intervento se va a sostituire un vecchio sistema di riscaldamento della casa, in caso contrario si ha diritto solo al 36% per interventi di ristrutturazione. La legge a cui si fa riferimento per questo tipo di detrazioni fa parte del decreto sviluppo 11 marzo 2008 in cui viene specificato anche cosa si intende per riqualificazione energetica (vedere allegato C).

Si può beneficiare della detrazione fiscale fino al 31 dicembre 2011, allo stato attuale il governo non ha ancora deciso se prorogare o no le agevolazioni. In ogni caso anche se i lavori non vengono terminati entro fine 2011 le persone fìsiche e i professionisti potranno beneficiare, comunque, della detrazione se effettueranno il pagamento delle spese entro tale data tramite bonifico. Il principio di cassa, infatti, si applica a prescindere dalla conclusione dei lavori nel 2011, come confermato dall'Enea.

Come fare richiesta per le detrazioni:
entro 90 giorni dalla fine dei lavori (intesa come data di collaudo o, in mancanza, di conclusione dell'installazione) vanno trasmessi via internet all'Enea:
-l'attestato di qualificazione energetica e la scheda descrittiva degli interventi realizzati. In alcuni casi, però, basta una documentazione semplificata: il solo allegato E (sostituzione di impianti termici) o il solo Allegato F (sostituzione di infissi in singole unità immobiliari o installazione di pan nel li solari). L'Enea invia una ricevuta informatica. Gli altri documento come fatture e bonifici vanno solo conservati ma non inviati.

Gli Allegati del cosiddetto "decreto edifici" sono consultabili a questo indirizzo.

AGGIORNAMENTO: nella manovra "salva Italia" voluta dal Governo Monti e pubblicata in G.U. 6 dicembre 2011 le detrazioni sono state prorogate fino al 31 dicembre 2012. Si tratta dell' ultimo anno, dal 2013 passeranno al 36%.

Tegole Canadesi prezzi

L'utilizzo delle tegole fotovoltaiche rappresenta la migliore soluzione per coloro che vogliono intergrare architettonicamente l'installazione di un impianto solare sul proprio tetto. Tegole Solar è il prodotto di punta di Tegole Canadesi, azienda trevigiana del made in Italy con stabilimenti in Russia, i cui prezzi sono superiori di circa il 30 percento rispetto ad un modulo fotovoltaico di qualità media.

Il perchè è presto detto: le tegole fotovoltaiche di Tegole Canadesi sono realizzate in silicio amorfo a film sottile a tripla giunzione. Ovvero una doppia copertura per rendere più efficiente il prodotto. Ovviamente l'integrazione architettonica non si sposa con la massima efficienza. Se vogliamo che il nostro impianto fotovoltaico non si veda dalla strada e dobbiamo installarlo su un tetto piano dobbiamo limitare l'inclinazione, al massimo di 2 gradi. Ovviamente non potremo raggiungere la massima irradiazione sul modulo. Stessa cosa per l'installazione di tegole canadesi su un tetto che mantiene un inclinazione diversa da quella ideale, 30 gradi esposizione sud.

Potremo però bilanciare la perdita di efficienza con il premio agli incentivi per l'integrazione architettonica predisposto dal Gse: "i moduli fotovoltaici si devono inserire completamente nell’organismo edilizio, svolgendo, oltre a quelle strettamente energetiche, anche alcune o tutte le funzioni riferibili ad elementi e subsistemi d’involcuro convenzionali".
Per impianti con tegole fotovoltaiche che entrano in funzione entro la fine del primo semestre 2012 si ricevono 0,418 euro per kw di energia elettrica prodotto. Se gli impianti entrano in funzione entro la fine del secondo semestre 2012 si ricevono 0,41 euro. Dal 2013 in poi le tariffe incentivanti si abbassano ulteriormente.

Prezzi tegole canadesi per tetto fotovoltaico:
per impianti che generano 3kwp ci vogliono circa 20mila euro. Anche la superficie d'ingombro delle tegole è ovviamente maggiore rispetto ai normali moduli fotovoltaici (sempre a causa della minore efficienza). Necessari almeno 30 mq.

Turbine e pale per il minieolico qualche consiglio

Le turbine che si utilizzano per gli impianti di minieolico (si definiscono tali fino a 20 kw) presenti sul mercato sono tante e diverse tra loro. A differenza dei pannelli fotovoltaici che sono tutti uguali, i piccoli aerogeneratori hanno un'incredibile varietà di forme e misure per catturare il vento. La tecnologia in questo campo si è evoluta tantissimo e si è giunti ad una configurazione comune tale che, sebbene possano sembrare differenti nell'aspetto, moltissime turbine, specialmente quelle per i piccoli impianti, oggi sono piuttosto simili.

Configurazioni, come sono fatte:le turbine per il minieolico sono state progettate anni fa con varie configurazioni; allo stato attuale, praticamente tutti i micro-aerogeneratori sono ad asse orizzontale, hanno il rotore sopravento rispetto alla torre e forma una linea parallela ideale con l'orizzonte.

Turbina bipala o tripala:
le discussioni su quale fosse la migliore scelta tra le due è andata avanti per anni, si è aggiunta anche quella monopala(non si usa più). L'unico vantaggio della bipala, rispetto alla tripala è quello di essere più economica. Ma il gioco non vale la candela: le turbine tripala hanno un moto più uniforme rispetto a quelle bipala e questo, spesso, significa che possono durare di più.

Di che materiale sono fatte le pale:
la maggior parte delle turbine che si utilizzano negli impianti di minieolico utilizza rotori con pale fatte di materiale composito, come la Vetronite detta anche Fiberglass (poliestere di vetro rinforzato); solo poche turbine hanno ancora pale di legno, mentre esistono turbine con pale costituite da materiali compositi più particolari come la fibra di caibonio al posto di quella di vetro. Non si utilizza, invece, l'alluminio a causa della sua propensione alla deformazione sotto sforzo.

Come orientare le pale:
a causa delle loro dimensioni modeste le turbibe eoliche di piccola potenza non possono alloggiare i motori d'imbardata e i componenti meccanici delle turbine sopravento più grandi. Quasi tutte le piccole turbine montano timoni direzionali per orientate il rotore in direzione del vento.

Robustezza:
i piccoli impianti di minieolico vengono impiegati in posti che hanno una "necessità ambientale" molto forte; in sostanza è necessario che ci sia il vento, meglio se costante, per collocare una turbina che poi sia conveniente; questa "necessità" si fa sentire di meno nel caso di un pannello fotovoltaico; è più facile trovare un sito che abbia il sole: si può tranquillamente collocare sul tetto o nel giardino di casa. Cio'è facilmente verificabile quando si osserva una piccola turbina eolica in funzione in condizioni di regime di vento torte. Non esiste metodo infallibile che sia in grado di valutare la robustezza di una turbina di piccole dimensioni ed, ovviamente le dichiarazioni del costruttore non sono del tutto veritiere.

I generatori:
la maggior parte delle turbine eoliche impiega alternatori a magneti permanenti. Questa configurazione di generatore è la più semplice nonché la più robusta possibile, oltre che è praticamente l'ideale per i mini e micro-aerogeneratori. Per le turbine ad uso domestico c'è una scelta più ampia come un alternatore convenzionale a campo avvolto oppure un generatore a induzione che è già disponibile sul mercato.Una notevole caratteristica di alcuni alternatori a magneti permanenti adoperati da piccole case costruttrici di aerogeneratori, come la Bergey e la World Power, sta nella loro progettazione: i magneti si attaccano ad un oggetto, denominato "magnete cilindrico", che ruota fuori dallo statore, 0 parte fissa del generatore. In tale configurazione, le pale possono essere fissate direttamente al cilindro, cosa che spesso avviene.

A causa delle elevate velocità di rotazione che si raggiungono nelle pale di piccola taglia, specialmente quando la macchina non è collegata ad un carico, spesso i progettisti prestano attenzione al fissaggio dei magneti negli alternatori di turbine a trasmissione diretta (ovvero senta moltiplicatore di giri). Molti alternatori per macchine eoliche generano energia elettrica in corrente alternata trifase in modo da sfruttare al meglio lo spazio interno dell'involucro del generatore. L'utilizzazione dei magneti permanenti dà meno problemi per le piccole turbine eoliche in condizioni di regime di vento debole quando ilrotore è fermo.